La mia storia: come nasce La Vita di una SuperMamma.

by - lunedì, giugno 03, 2019

Oggi ho deciso di dedicare un post su di me, sulla mia storia e di come nasce: La Vita di una SuperMamma!
Forse lo troverete noioso o troppo forte da leggere ma oramai voglio che tutte voi siate partecipi di una parte di me.


Ciao a tutte mi chiamo Rita, ho 32 anni, sono campana e voglio raccontarvi la mia storia.
Nel 2011 conobbi mio marito e già nel 2013 decidemmo di sposarci e iniziammo anche a pensare ad una data che fu prevista per giugno 2014 fino a quando a dicembre 2013 rimasi incinta: una gravidanza improvvisa ma fin da subito io e mio marito fummo felici e quella vita che cresceva in me ci avrebbe portato felicità e una vita nuova eccetto le famiglie non favorevoli. La mia famiglia, molto all'antica, era contraria alla gravidanza prima del matrimonio e la famiglia di mio marito era più che altro preoccupata per il matrimonio di mia cognata (sorella di mio marito) che era programmato per settembre 2014 (mese in cui avrei dovuto partorito).
Nonostante tutto si andava avanti sia con i preparativi del matrimonio e sia con la gravidanza fino a quando qualcosa andò storto: la notte tra il 23 e 24 aprile 2014, sentii un dolore forte alla pancia, contrazioni ed emorragia, il 24 fui ricoverata d'urgenza e lì scoprii che il bimbo voleva nascere, troppo presto a sole 19 settimane (5° mese di gravidanza) e i ginecologi mi spiegarono la situazione dicendomi: "a questa gestazione il feto non è compatibile con la vita, partorirà ma il feto morirà appena nato".
Una mamma non vorrebbe mai sentir pronunciare queste parole, una mamma non dovrebbe subire tutto questo dolore. Il 25 aprile 2014 alle ore 23:30 mio figlio è nato e morto in quell'istante e con esso una parte di me si è spenta, un dolore troppo grande per una giovane mamma alla sua prima gravidanza, il senso di colpa mi assaliva e non riuscivo a placarlo; poi nella stanza dove ero ricoverata tutte mamme in procinto di partorire, in quella stanza tutti contenti, tutti felici ed io mi sentivo fuori luogo fino a quando la mattina dopo decisi di firmare e tornare a casa.
Il mondo mi era caduto addosso ma c'era il matrimonio da preparare e quindi mi buttai a capofitto in tutte le preparazioni per non pensare e tenermi impegnata ma la sera era difficile non farlo e quante volte ho pianto, troppe.
Il 14 giugno 2014 ci sposammo, una giornata felice, indimenticabile ed emanavo una felicità che credevo non possibile e decisi che quale giorno avrei brillato per me e per il mio angioletto; il giorno dopo il matrimonio si partì per il viaggio di nozze tra Toscana, Umbria, Marche e Lazio, indimenticabile tutto ciò che ho visto, emozionante e vissuto pienamente.
Dopo qualche mese scoprimmo i risultati dell'esame istologico della perdita del mio bambino: corionamnionite acuta di grado 2, stadio 2. La mia attuale ginecologa (la quale non era lei che mi aveva in cura alla mia prima gravidanza) mi spiego di cosa si trattava e cosa era successo: la corioamnionite è una grave infezione batterica o virale che colpisce le membrane fetali e il liquido amniotico e che può causare parto prematuro. Realizzai che una stupida infezione, trascurata e non presa in considerazione mi aveva portato a uccidere mio figlio: dolore, paura e rabbia, tanta rabbia per quel ginecologo e per me stessa. Giorni e notti a piangere senza riuscire ad uscire da quel vortice di senso di colpa per non essere stata in grado di salvare mio figlio.
Una sera di settembre 2014 decisi che era ora di affrontare la mia paura più grande: il desiderio di avere un figlio era davvero più forte di quel dolore che mi stava distruggendo l'anima e lo volevo con tutta me stessa. Iniziarono le nausee, un sintomo nuovo, sconosciuto ma io ci speravo anche se avevo molta paura e il 18 ottobre 2014, durante una normale visita di controllo  la mia ginecologa mi annuncio di essere incinta: felice ma piena di ansia e paura, tanta paura di nuovo e riposi la protezione del mio bimbo alla Madonna e a mio nonno in cielo. Grazie anche alla mia ginecologa affrontati per la prima volta il cerchiaggio cervicale (operazione chirurgica nella quale si applica una sutura sul collo dell'utero per aiutare a contenere la gravidanza in utero e a prevenire il parto pretermine), messa a riposo a letto per gli ultimi 6 mesi e il desiderio di non perdere un'altro bambino.
Il 21 maggio 2015 alle 21:41 nacque il mio bimbo arcobaleno, Emanuele Enrico a 38+3 molto velocemente, poche spinte e 3050 kg di puro amore. Amato, coccolato e desiderato con tutta me stessa però desideravo tanto poter dare al mio piccolo una compagnia perché era il solo piccolo di tutta la famiglia e quando Emanuele aveva 19 mesi, precisamente il 18 dicembre 2016 scoprii tramite il test di gravidanza di essere di nuovo incinta. Ero felice, un bel regalo di Natale ma molto preoccupata per lui perché sapevo di dover affrontare un'altro percorso a riposo e anche stavolta affidai tutto alla Madonna, a mio nonno e il suo fratellino in cielo. Il 22 dicembre ero dalla ginecologa e mi confermò gravidanza singola di sole 5 settimane, si vedeva infatti solo la sacca vitellino quindi mi fissò l'appuntamento per la settimana successiva per accertarsi che era tutto ok: a distanza di una settimana quante cose possono succedere?!
Sta di fatto che come per magia da una gravidanza singola passammo ad una gemellare: la mia gioia era immensa, non so spiegare ma mi sentivo fortunata, qualcuno lassù mi aveva fatto un regalo davvero speciale, un dono, un miracolo di Natale con i fiocchi e non smetterò mai di ringraziare per questo! Mio marito stava per sentirsi male ma io dalla gravidanza gemellare sono rinata.
La diagnosi quindi era gravidanza gemellare monocoriale biamniotica (i due feti, geneticamente identici, condividono la placenta ma si trovano in sacchi amniotici separati) quindi c'era il rischio più avanti di poter riscontrare la "sindrome da trasfusione feto-fetale" (i gemelli monocoriali hanno un’unica placenta e quindi condividono la stessa circolazione placentare: esistono vasi placentari attraverso i quali il sangue va da un gemello all’altro. Abitualmente questo scambio di sangue avviene in maniera bilanciata; cioè il sangue che passa dal feto A al feto B corrisponde abbastanza bene alla quantità di sangue che passa dal feto B al feto A. Nel caso della sindrome da trasfusione feto-fetale avviene un passaggio di sangue che è prevalente in una direzione, cioè da un feto all’altro e in sostanza questo scambio di sangue non avviene in maniera equilibrata e se non diagnosticata in tempo si rischia la morte fetale) e anche questa gravidanza era tosta, non semplice da affrontare ma io avevo molta fiducia a differenza della mia ginecologa e diciamo che me la sono passata comunque tra ansia e riposo a causa del cerchiaggio cervicale.
Fortunatamente, grazie a più di qualcuno lassù, la gravidanza è andata benissimo, nessun sindrome, nulla e le mie gemelle venivano su una perfezione e senza troppa differenza di peso. Fui ricoverata una settimana prima dalla loro nascita per tenermi sotto controllo e anche perché la gestazione gemellare termina massimo a 37 settimane. Le mie gemelle, Isabella Maria e Ginevra Maria sono nata il 13 luglio 2017 (il giorno di San Enrico, mio nonno si chiamava Enrico ed è anche il secondo nome di mio figlio ) a 34+6 con cesareo d'urgenza per contrazioni e pesavano 2,580 kg e 2,555kg, ho dovuto subire 2 trasfusioni di sangue per emoglobina insufficiente ma ne siamo uscite senza problemi. Le gemelle furono portate in culla termica nel reparto patologico perché comunque non erano di 3 kg quindi non potevano stare con me e fummo dimesse dopo una settimana dal parto.
Ora siamo una bella famiglia numerosa, purtroppo non abbiamo parenti che ci possano aiutare perché i miei sono in Toscana per lavoro e con i suoceri abbiamo chiuso i rapporti perché creavano solo problemi, quindi per il bene dei miei bimbi ho deciso così e sono io a dover gestire bimbi e casa e quando mio marito non lavora, mi dà una mano.
Nonostante la gravidanza gemellare mi abbia portato una diastasi addominale ed un'ernia ombelicale, io sono felice di aver avuto la possibilità di diventare mamma di 4 bimbi anche se solo 3 sono con me ma io penso sempre che mio nonno si stia prendendo cura del mio bimbo e loro sono i nostri angeli che ci proteggeranno sempre. Da tutta questa storia appena raccontata è nato il mio logo sul blog e il mio nome su IG: La Vita di una SuperMamma!

Non è per niente facile, lo ammetto e qualche volta mi sento davvero sopraffatta e stanca soprattutto quando mio marito lavora e le gemelle molto spesso sono lagnose, frignettano e sono molto legate a me come pure il maschietto però mi ripagano con la loro allegria, la loro gioia e il loro amore.
Spero di non avervi annoiato con la mia storia ma come vi ripeto, volevo condividere la mia storia.


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